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Decreto “Sostegni”, rinvio degli strumenti di allerta fiscale-previdenziale

L’art. 5, co. 14, del D.L. 41/2021 ha introdotto alcune importanti novità in materia di riforma della disciplina della crisi di impresa, modificando ed integrando l’art. 15, co. 7, del D.Lgs. 14/2019 (c.d. “Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza”), la cui entrata in vigore è al momento prevista al 1° settembre 2021. In particolare, è stato stabilito che gli obblighi di segnalazione (c.d. allerta) degli inadempimenti rilevanti, a cura dei creditori pubblici qualificati, si applicano:

  • relativamente all’Agenzia delle entrate, con riguardo ai debiti IVA risultanti a partire dalla comunicazione delle liquidazioni periodiche del primo trimestre del secondo anno successivo all’entrata in vigore del Codice della Crisi;
  • per l’INPS e l’agente della riscossione, dall’anno successivo a quello di entrata in vigore del Codice della Crisi d’impresa.

Tali novità sono da accogliere con favore, considerando le conseguenze negative prodotte, in capo ai contribuenti, dall’emergenza sanitaria da COVID-19, pur suscitando – atteso il quadro complessivo della situazione contingente e delle prospettive del Codice della Crisi – alcune perplessità di ordine sistematico, riconducibili ad alcuni specifici profili che non sembrano contemplati dal provvedimento:

  • i differenti criteri temporali di individuazione dei crediti da considerare ai fini dell’accertamento dell’esposizione debitoria rilevante che fa scattare l’obbligo di segnalazione, rimasti invariati;
  • l’assenza di un analogo differimento con riguardo agli obblighi di segnalazione a carico di sindaci e revisori (art. 14 CCII);
  • il recente orientamento del Ministero della Giustizia (D.M. 22 aprile 2021) per un intervento più ampio, presumibilmente prima della citata entrata in vigore del Codice della Crisi.

A ciò si aggiunga che, nonostante le modifiche introdotte dal Decreto “Sostegni”, rimangono aperti alcuni dubbi interpretativi in merito all’operatività dell’allerta dei creditori pubblici qualificati, soprattutto con riferimento agli obblighi di segnalazione posti, in materia di IVA, a carico dell’Agenzia delle Entrate.