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Valutazione dell’azienda in crisi con analisi preliminare dello stimatore

Le “Linee guida per la valutazione di aziende in crisi”, pubblicate dal CNDCEC e dalla SIDREA, ritengono che, prima di accettare l’incarico propostogli, il professionista stimatore debba valutare il rischio che presenta l’attività da svolgere, la propria competenza e l’esistenza dei requisiti professionali previsti per l’accettazione ed esecuzione dell’incarico, la propria indipendenza e terzietà in relazione al tipo di mandato ricevuto e la propria capacità di svolgerlo secondo diligenza professionale. Sotto il primo profilo, i principali elementi di rischio da valutare possono riguardare i seguenti fattori:

  • individuali, con particolare riferimento alla conoscenza del business oggetto di valutazione, alla disponibilità di tempo, nonché all’indipendenza rispetto al titolare dell’impresa da stimare;
  • riferiti all’azienda che possono complicare l’attività di valutazione;
  • ambientali, intendendo con ciò il “clima” in cui si inserisce la valutazione e l’atteggiamento del soggetto conferente l’incarico, del soggetto titolare dell’oggetto della stima e dei vari stakeholder interessati alla stima;
  • legati in modo specifico alla valutazione, tra cui la qualità delle fonti informative disponibili e impiegate, il tempo a disposizione per la verifica.

Il professionista può accettare unicamente gli incarichi per i quali possiede le conoscenze e competenze necessarie al loro svolgimento con diligenza, che permettono allo stimatore di conseguire i seguenti obiettivi:

  • l’identificazione, la raccolta e l’analisi delle informazioni indispensabili alla costruzione della base informativa;
  • la scelta e applicazione dei metodi di stima; la formulazione del giudizio di stima;
  • l’indipendenza, che deve essere totale nelle valutazioni svolte su incarico dell’azienda, del giudice, dell’attestatore o degli organi della procedura che hanno come scopo la tutela dei terzi.

Il compenso del professionista deve essere adeguato all’incarico da svolgere, al rischio da assumere, alla responsabilità connessa e conseguentemente alla rilevanza della prestazione. L’onorario può anche tener conto dell’importanza, del prestigio ed organizzazione del professionista, nonché del contesto in cui la prestazione professionale si inserisce. Poiché l’indipendenza e terzietà professionale devono permanere sino alla conclusione dell’incarico, il compenso e le modalità di pagamento dello stesso non possono dipendere dall’esito della valutazione.

La corretta individuazione della situazione di crisi, delle sue cause e condizioni e del livello di gravità, anche in una logica di prevenzione dei possibili ulteriori sviluppi negativi, costituisce un’attività prodromica alla valutazione. La crisi diviene palese in conseguenza dei profili finanziari, anche se le cause della stessa possono essere sia finanziarie che economiche, come, ad esempio, la sovraccapacità produttiva, l’inefficienza tecnica od organizzativa, il decadimento dei prodotti nelle fasi terminali del loro ciclo di vita, le carenze di pianificazione, l’impiego eccessivo dell’indebitamento finanziario rispetto ai mezzi propri, l’impropria copertura dei fabbisogni finanziari derivanti da immobilizzazioni con risorse finanziarie a breve termine, il peggioramento della qualità dei crediti commerciali e del tempo di incasso degli stessi rispetto a quello di pagamento dei debiti.