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La pianificazione al centro dell’adeguato assetto aziendale

Disporre di un piano è il primo requisito della diligente conduzione aziendale, per una serie di rilevanti motivi:

  • esclusivamente dal piano emerge in modo inequivocabile la continuità aziendale;
  • è soltanto il piano che permette di individuare, con ragionevole certezza, la sostenibilità del debito;
  • è il piano che fornisce agli amministratori le informazioni che consentono di stimare il fabbisogno finanziario e le risorse disponibili per la sua copertura;
  • è unicamente il piano che consente di individuare le azioni da adottare per correggere tempestivamente la rotta.

Il piano costituisce, pertanto, il più efficace assetto organizzativo di governo finanziario dell’impresa e di tempestiva rilevazione del rischio di crisi aziendale (art. 2086, co. 2, c.c.): conseguentemente, potrebbe essere opportuno introdurre, ove possibile, il controllo di gestione, per consentire la redazione del piano per il monitoraggio dell’andamento della gestione e dei flussi finanziari.

Per il monitoraggio degli aspetti finanziari, e dei flussi di cassa di breve periodo, è utile l’impiego del budget annuale e del piano di tesoreria.

Accanto al piano, o in sua sostituzione se assente, è raccomandato anche l’utilizzo dell’analisi degli indici di bilancio condotta su base tendenziale, relativi agli ultimi 3-4 esercizi.

Un possibile indicatore di analisi prospettica potrebbe essere il DSCR a 1 anno (indice di sostenibilità dei debiti), per coerenza con ISA Italia 570 e OIC 11 in materia di continuità aziendale, oltre che in osservanza degli artt. 2, co. 1, lett. a), e 3, co. 3, lett. b), del D.Lgs. 14/2019. È, pertanto, necessario il budget e il piano di tesoreria a 1 anno.

In mancanza di dati previsionali attendibili, potrebbero assumere rilevanza alcuni specifici indicatori sintetici, come, ad esempio:

  • il rapporto tra posizione finanziaria netta (o debiti finanziari) e margine operativo lordo, ritenuto – anche dalle banche – accettabile per valori non superiori a 3;
  • il rapporto tra debiti finanziari e mezzi propri;
  • il rapporto tra margine operativo lordo (MOL) e oneri finanziari, ritenuto accettabile per valori almeno pari a 3;
  • l’eventuale scaduto, e soprattutto l’aggravamento dello stesso, nei confronti di dipendenti, fornitori, enti fiscali e previdenziali (vi potrebbe, infatti, essere scaduto “solo fisiologico” per stagionalità dei flussi di cassa in entrata).

Infine, è raccomandata l’analisi andamentale degli indici e dei margini dell’esercizio corrente e dei tre precedenti periodi amministrativi:

  • margine di struttura, indici di copertura delle immobilizzazioni (continuità aziendale), rapporto di indebitamento finanziario (debiti finanziari o posizione finanziaria netta/patrimonio netto, valori accettabili non superiori a 3 affinchè i debiti finanziari siano sostenibili) e indipendenza finanziaria (patrimonio netto/patrimonio netto + debiti finanziari, al netto dei crediti verso soci, valore accettabile non inferiore al 20%);
  • margine di tesoreria e indice di liquidità immediata (cassa e banche attive, crediti commerciali e debiti correnti);
  • margine di disponibilità e indice di liquidità corrente (attività correnti e passività correnti;
  • margine operativo lordo e reddito operativo;
  • indici reddituali (ROE, ROI, ROD, ROS e rapporto MOL/OF);
  • rapporto tra posizione finanziaria netta e margine operativo lordo;
  • flusso di cassa dalla gestione caratteristica (rendiconto finanziario);
  • durata del ciclo monetario (tempi medi di incasso dei clienti e giorni di rotazione del magazzino, al netto dei tempi medi di pagamento dei fornitori);
  • rotazione del capitale investito.