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Strumenti di allerta: anomalie finanziarie, contabili, fiscali e previdenziali

Il Quaderno 71 “Sistemi di allerta interna. Il monitoraggio continuativo del presupposto di continuità aziendale e la segnalazione tempestiva dello stato di crisi da parte degli organi di vigilanza e controllo societaria. Guida in materia di sistemi di allerta preventiva”, elaborato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano, fornisce alcuni strumenti operativi per il monitoraggio proattivo del rischio di crisi. In particolare, il documento ritiene che gli elementi segnaletici oggetto d’osservazione possano essere raggruppati nelle seguenti categorie omogenee di anomalie:

  1. pagamenti verso controparti commerciali non finanziarie;
  2. rapporti con le banche ed altri soggetti finanziari (compresi gli enti assicurativi), riscontrabili in Centrale dei Rischi o altre banche date segnalatrici;
  3. contrattuali nei confronti di controparti negoziali;
  4. contabili e di bilancio desumibili da bilanci, situazioni contabili, altri rendiconti o scritture contabili;
  5. gestionali ovvero dalle politiche operative, relative alle diverse aree aziendali, messe in atto dagli amministratori e dal management;
  6. erariali, nei pagamenti dovuti per imposte, tasse e contributi previdenziali;
  7. eventi pregiudizievoli, come ipoteche giudiziarie, pignoramenti, decreti ingiuntivi, protesti o altri eventi indicatori di inadempimenti contrattuali.

Anomalie finanziarie

Gli indicatori segnaletici dei rapporti finanziari di cui al sub 2. comprendono il significativo e concordato deterioramento dei rating interni assegnati dalle banche (c.d. downgrade), gli sconfinamenti rilevanti e ripetuti – negli ultimi 12 mesi – in Centrale dei Rischi, così come altre anomalie riguardanti specifici aspetti:

  • richieste di garanzie su beni aziendali o di terzi;
  • incremento delle segnalazioni in Centrale dei Rischi di insoluti su anticipo crediti;
  • domande di fido oltre gli ordinari fabbisogni di cassa attesi, come ripetute istanze di temporanee disponibilità di cassa per far fronte ad esigenze di tesoreria non giustificate dalla stagionalità;
  • continuativa crescita dei fidi utilizzati, con particolare riferimento al sovrautilizzo dei fidi di smobilizzo crediti commerciali (c.d. autoliquidanti);
  • rientri nelle linee di credito per cassa o firma che non si inseriscono in una rimodulazione complessiva della struttura degli affidamenti. Il rientro concordato con la banca, anche se bonario, rappresenta comunque un segnale di interruzione, seppur consensuale, del rapporto di fiducia banca-cliente;
  • richieste di finanziamenti straordinari finalizzati al consolidamento di debiti a breve termine e riscadenzamenti di prestiti persistenti non correlate a manovre di ottimizzazione della struttura finanziaria;
  • progressivo peggioramento delle condizioni negoziali praticate sulle linee di credito, sintomatico. Le condizioni negoziali bancarie (tassi d’interesse e commissioni) sono correlate al rating assegnato: ad esempio, se l’istituto di credito aumenta il pricing, a parità di struttura dell’operazione e senza che ci siano trend esogeni di mercato dei tassi, è molto probabile che ci sia una peggioramento nella valutazione dell’azienda da parte della banca (effetto segnalazione);
  • mancato rispetto delle condizioni negoziali correlate alla concessione di linee di fido o a quelle di utilizzo (c.d. covenant).

Anomalie contabili e di bilancio

Per quanto concerne, invece, gli elementi segnaletici di cui al sub 4., il Quaderno 71 dell’ODCEC di Milano individua i seguenti:

  • riduzione superiore al 50% del patrimonio netto per effetto di perdite;
  • decremento del capitale tangibile rettificato inferiore a zero;
  • drastica diminuzione dei valori dell’attivo per perdite durevoli o delle garanzie rilasciate a terzi a fronte di impegni finanziari rilevanti;
  • drastica riduzione del fatturato per un ammontare superiore al 10% o eccedente il 30% del margine di sicurezza dato dalla differenza tra i ricavi e il c.d. break even point;
  • anomalo aumento del capitale circolante operativo, non compensato da un pari incremento dell’autofinanziamento operativo;
  • drastica riduzione del flusso di cassa operativo accompagnata da un saldo netto di gestione negativo;
  • rapporto tra il flusso di cassa operativo e somma di tutti gli impegni finanziari inderogabili pagati nell’esercizio (c.d. DSCR o Debt Service Coverage Ratio) inferiore a 1,1;
  • autofinanziamento operativo negativo;
  • drastica crescita della PFN associata ad un rapporto tra capitale netto tangibile e capitale investito inferiore al 30%;
  • rapporto tra equity e total assets inferiore al 5%;
  • oneri finanziari netti superiori al 30% del MOL;
  • anomalo incremento dei costi capitalizzati non rientranti tra le immobilizzazioni valutabili al fair value (marchi, brevetti e opere dell’ingegno), non giustificati da una dimostrabile crescita degli investimenti materiali ed aumento del volume d’affari.

Anomalie erariali e contributive

Gli indicatori segnaletici di natura tributaria e previdenziali di cui al sub 6. ricomprendono, ad esempio, il mancato pagamento per oltre un semestre di:

  • imposte dirette, indirette e ritenute d’acconto;
  • contributi previdenziali e premi assicurativi obbligatori per i lavoratori dipendenti.